28 set 2007

GIOVANNA D'ARCO... FRA STORIA E RELIGIONE

Giovanna d’Arco, eroina e santa francese, è di origini contadine. Animata da una religiosità mistica, risentì profondamente della gravissima crisi attraversata in quegli anni dalla Francia, impegnata nella guerra dei Cent’anni e dilaniata dalle discordie interne fra le fazioni degli armagnacchi e dei borgognoni.
Ritenendosi investita della missione di salvare il regno di Francia, sentiva infatti voci celesti che le parlavano di questa suo compito, nel 1429 raggiunse il futuro Carlo VII a Chinon, ottenendo da questi il comando di un contingente con il quale marciò su Orlèans che, assediata dagli inglesi, era in procinto di cedere. Liberata la città dall’assedio (maggio 1492), con le vittorie di Jargeau, Beaugency e soprattutto di Patay (giugno 1429) guidò le forze francesi alla riconquista del territorio fino a Reims, dando grande impulso al sentimento nazionale.







Grazie alle imprese della “punzella d’Orleans” il sovrano francese potè entrare in Reims, dove il 17 luglio 1429 venne incoronato. Direttasi quindi verso Parigi per liberare la città, rimase ferita e dovette abbandonare l’impresa. Il 24 maggio 1430 fu catturata dai borgognoni a Compiègne e consegnata agli inglesi che la fecero processare con l’accusa di eresia e stregoneria (1431). Condannata al rogo, fu bruciata sulla piazza vecchia del mercato vecchio a Rouen il 30 maggio 1431. Solo nel 1450 Carlo VII fece aprire un’inchiesta sul suo caso. Riabilitata completamente nel 1456, beatificata nel 1909 da Pio X, nel 1920 fu canonizzata da Benedetto XV.

Oggi Giovanna d'Arco si trova al centro di una rete d’interessi talmente vasta e intricata che molti studiosi stanno ancora riflettendo sulla sua figura.
In Francia la si venera come una santa e al tempo stesso eroina nazionale, modello di virtù e liberatrice; le sue statue si incontrano in molti centri urbani e in quasi tutte le chiese, mentre le parti politiche da quasi due secoli se ne disputano immagine ed eredità morale.
Così parla di lei lo studioso F. Cardin (Giovanna d’Arco. La vergine guerriera, Mondadori, 1998), che la definisce una “figura moderna” adducendo queste motivazioni:
anzitutto per il carattere paradossale, in apparenza contraddittorio, della sua esperienza: una fedelissima figlia della Chiesa che finisce però come eretica; una rappresentante esemplare dell’identità francese, che però, in quanto contadina della regione Mosa, è al tempo stesso una marginale; una giovane donna fiera di quell’attributo così squisitamente cristiano che è la verginità […] e che tuttavia – dopo quella che per lei è la sua chiamata – rifiuta costantemente gli abiti femminili; una fanciulla fragile, di ferma intensa fede religiosa, che pure ha speso la sua breve esperienza pubblica in un’attività come la guerra.


[ascolta il brano "Giovanna d'Arco" di F. DeAndrè]

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